Impero russo - 185.000 nell'esercito del Danubio, 75.000 nell'esercito del Caucaso[1] Finlandia - 1.000 Romania - 66.000 Bulgaria - 12.000, 190 cannoni Serbia - 81-500 Montenegro - 45.000
Impero russo - 15.567 uccisi, 56.652 feriti, 6.824 morti per le ferite[3] Romania - 4.302 morti e dispersi, 3.316 feriti, 19.904 malati[4] Bulgaria - 2.456 morti e feriti[5] Serbia e Montenegro - 2.400 morti e feriti[5]
30.000 morti[6] 90.000 morti per ferite e malattie[6]
La Grande crisi d'Oriente[7] (o grande crisi orientale)[8] del 1875-1878 iniziò nei territori dell'Impero ottomano della penisola balcanica nel 1875, con lo scoppio di diverse rivolte e guerre che portarono all'iniziale ingerenza delle potenze internazionali e al conclusivo Trattato di Berlino nel luglio 1878.
È anche chiamata in serbo-croatoVelika istočna kriza; in turco: Şark Buhranı ("Crisi orientale", intesa come la crisi in generale), Ramazan Kararnamesi ("Decreto del Ramadan", denominazione relativa all'insolvenza sovrana dichiarata il 30 ottobre 1875) e 93 Harbi ("Guerra del 93", per vie delle guerre nella penisola balcanica tra il 1877-1878, riferendosi in particolare alla guerra russo-turca, dell'anno 1293 secondo il calendario islamico Rumi corrispondente all'anno 1877 del calendario gregoriano).
^Timothy C. Dowling. Russia at War: From the Mongol Conquest to Afghanistan, Chechnya, and Beyond. 2 Volumes. ABC-CLIO, 2014. p. 748
^Мерников, АГ (2005. – c. 376), Спектор А. А. Всемирная история войн (in Russian), Минск
^Scafes, Cornel, et. al., Armata Romania in Razvoiul de Independenta 1877–1878 (The Romanian Army in the War of Independence 1877–1878). Bucuresti, Editura Sigma, 2002, p. 149